Il bacio al re che nasce e dà la vita per amore
La scena della natività è interpretata da Sieger Köder con un’accentuazione del rapporto tra la Madonna e Gesù bambino, tra il Re nascente e il Re morente per il suo popolo e per tutta l’umanità.
La composizione, infatti, si caratterizza per il bacio tenero e forte che la Madre stampa sulla guancia del Neonato, sollevato dalle sue braccia.
1. La figura di un profeta
La figura di un profeta emerge dal basso; egli, contraddistinto dal tallit, lo scialle per la preghiera della tradizione ebraica, contempla la scena della natività. Contempliamo anche noi tale scena «con i suoi occhi», facendo nostri i suoi sentimenti. Possiamo ritenere che sia il profeta Isaia che ha profetizzato sull’«Emmanuele», che sarebbe nato dalla Vergine (cfr. Is 7,14), e sul «Servo sofferente», che è stato trafitto per i nostri peccati, per guarirci e salvarci, ed è stato eliminato dalla terra dei viventi (cfr. Is 52,4-8).
2. Una primavera messianica
Una primavera messianica fa da contorno alla figura del profeta. È la primavera che la nascita del Messia porta con sé, e in cui la vita trionfa. La vita nuova fiorisce se ci sono persone disposte ad accogliere il Figlio di Dio che viene e a fare dei propri cuori la sua dimora. L’amore di Gesù si potrà, così, esprimere attraverso gesti gratuiti di benevolenza e di solidarietà verso gli altri.
3. Giuseppe dorme
Giuseppe dorme, nella sua semplicità; non è immerso in una relazione così profonda come quella tra Madre e Figlio. Forse il riferimento non è solo all’incarnazione, ma anche alla redenzione, ossia all’esperienza «sotto la croce» che il padre putativo non vivrà personalmente. Il suo sonno fa anche riferimento ai messaggi di Dio che egli riceve sempre tramite i sogni. Sembra, ora, rivolto verso l’alto, richiamare alla mente e contemplare il mistero di Dio che si è compiuto nel Bambino che è nato.
4. Una bambina infreddolita
Una bambina infreddolita – in contrasto temporale con questo evento – e non i pastori o i magi, si avvicina alla Madre e al Figlio, ravvolta nella sua sciarpa, che anche nei colori sembra fare da pendant al profeta. A mani giunte contempla l’evento dell’Incarnazione.
La sua figura si staglia sul cielo buio ferito dal chiarore della stella. Lei rappresenta l’umanità per la quale il Figlio di Dio si è fatto uomo.
5. Maria, la madre dell’Emmanuele Maria, la madre dell’Emmanuele, solleva tra le braccia il Bambino e, in uno slancio di amore adorante, imprime sulla sua guancia un bacio. Adorazione significa proprio portarsi la mano alla bocca (ad-os) per dare un bacio. L’adorazione coinvolge tutta la persona: cuore, mente, corpo, volontà. Nella liturgia ebraica il bacio significa respirare insieme. È il respiro della vita di Dio che diventa nostro e la nostra vita si consegna a Dio.
6. Il Figlio di Dio si è fatto uomo Il Figlio di Dio si è fatto uomo per amore e ha assunto la natura umana per redimerla e salvarla sulla croce. La sua regalità si profila nella grotta di Betlemme, ma si realizzerà definitivamente sulla croce. Il Re del cielo, piccolo e tenero Bambino a Betlemme, ma giovane e straziato sul Golgota, merita il nostro bacio come quello di Maria. Venite e adoriamo!
7. Contempliamo
Noi che contempliamo, vediamo la scena dal basso; come in prospettiva, la mangiatoia lascia affiorare sul legno una scritta inconfondibile: INRI, iniziali di Iesus Nazarenus Rex Iudeorum nella lingua latina. Colui che nasce è il Re-Messia, destinato a riabilitare Israele, ma anche a salvare tutta l’umanità.
La scena della natività è interpretata da Sieger Köder con un’accentuazione del rapporto tra la Madonna e Gesù bambino, tra il Re nascente e il Re morente per il suo popolo e per tutta l’umanità.
La composizione, infatti, si caratterizza per il bacio tenero e forte che la Madre stampa sulla guancia del Neonato, sollevato dalle sue braccia.
1. La figura di un profeta
La figura di un profeta emerge dal basso; egli, contraddistinto dal tallit, lo scialle per la preghiera della tradizione ebraica, contempla la scena della natività. Contempliamo anche noi tale scena «con i suoi occhi», facendo nostri i suoi sentimenti. Possiamo ritenere che sia il profeta Isaia che ha profetizzato sull’«Emmanuele», che sarebbe nato dalla Vergine (cfr. Is 7,14), e sul «Servo sofferente», che è stato trafitto per i nostri peccati, per guarirci e salvarci, ed è stato eliminato dalla terra dei viventi (cfr. Is 52,4-8).
2. Una primavera messianica
Una primavera messianica fa da contorno alla figura del profeta. È la primavera che la nascita del Messia porta con sé, e in cui la vita trionfa. La vita nuova fiorisce se ci sono persone disposte ad accogliere il Figlio di Dio che viene e a fare dei propri cuori la sua dimora. L’amore di Gesù si potrà, così, esprimere attraverso gesti gratuiti di benevolenza e di solidarietà verso gli altri.
3. Giuseppe dorme
Giuseppe dorme, nella sua semplicità; non è immerso in una relazione così profonda come quella tra Madre e Figlio. Forse il riferimento non è solo all’incarnazione, ma anche alla redenzione, ossia all’esperienza «sotto la croce» che il padre putativo non vivrà personalmente. Il suo sonno fa anche riferimento ai messaggi di Dio che egli riceve sempre tramite i sogni. Sembra, ora, rivolto verso l’alto, richiamare alla mente e contemplare il mistero di Dio che si è compiuto nel Bambino che è nato.
4. Una bambina infreddolita
Una bambina infreddolita – in contrasto temporale con questo evento – e non i pastori o i magi, si avvicina alla Madre e al Figlio, ravvolta nella sua sciarpa, che anche nei colori sembra fare da pendant al profeta. A mani giunte contempla l’evento dell’Incarnazione.
La sua figura si staglia sul cielo buio ferito dal chiarore della stella. Lei rappresenta l’umanità per la quale il Figlio di Dio si è fatto uomo.
5. Maria, la madre dell’Emmanuele Maria, la madre dell’Emmanuele, solleva tra le braccia il Bambino e, in uno slancio di amore adorante, imprime sulla sua guancia un bacio. Adorazione significa proprio portarsi la mano alla bocca (ad-os) per dare un bacio. L’adorazione coinvolge tutta la persona: cuore, mente, corpo, volontà. Nella liturgia ebraica il bacio significa respirare insieme. È il respiro della vita di Dio che diventa nostro e la nostra vita si consegna a Dio.
6. Il Figlio di Dio si è fatto uomo Il Figlio di Dio si è fatto uomo per amore e ha assunto la natura umana per redimerla e salvarla sulla croce. La sua regalità si profila nella grotta di Betlemme, ma si realizzerà definitivamente sulla croce. Il Re del cielo, piccolo e tenero Bambino a Betlemme, ma giovane e straziato sul Golgota, merita il nostro bacio come quello di Maria. Venite e adoriamo!
7. Contempliamo
Noi che contempliamo, vediamo la scena dal basso; come in prospettiva, la mangiatoia lascia affiorare sul legno una scritta inconfondibile: INRI, iniziali di Iesus Nazarenus Rex Iudeorum nella lingua latina. Colui che nasce è il Re-Messia, destinato a riabilitare Israele, ma anche a salvare tutta l’umanità.